Ascot corse cavalli
Una competizione di cappelli con una competizione di cavalli sullo sfondo: anche codesto è il Royal Ascot. Nei numero giorni della kermesse non sfila soltanto la quintessenza dell’eleganza made in Britain ma all’ippodromo del Berkshire va in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico singolo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle irripetibile al mondo: la parata dei cappellini.
Se nel Royal Enclosure, l’area riservata al sovrano e ai suoi ospiti, il dress code è più rigido e i copricapi devono possedere determinate misure (un diametro di circa 10 centimetri almeno), nelle altre zone le regole sono meno rigide. Ed è personale in questi settori che la immaginazione delle modisterie britanniche non ha confini.
Il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile televisivo Oti Mabuse con un cappello Sisters of Millinery.
David Davies /Dicevamo che oramai Royal Ascot è sinonimo di cappello. Pare che la in precedenza a indossarne singolo, in realtà per proteggersi dagli sguardi degli altri visitatori, fu la regina Vittoria. Se la longeva monarca teneva alla propria riservatezza, non si può raccontare la stessa credo che questa cosa sia davvero interessante di molte racegoers (questo il termine usato per gli appassionati di corse di cavalli) che sfoggiano talvolta vere e proprie sculture create appositamente per farsi osservare dall'obiettivo dei fotografi. Dress to impress, questa qui la missione di pressoche ognuno i partecipanti all’evento ippico, reali compresi.
L'imprenditrice Scarlett Gray con una invenzione Edwina Ibbotson.
Kirstin Sinclair/Getty Images