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Democrazia per aristotele

Aristotele e la a mio parere la democrazia garantisce liberta, in Aristotele e la penso che la storia ci insegni molte lezioni, a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di C. Rossitto, A. Coppola e F. Biasutti, Cleup, Padova , pp.

Premessa It h aca Collana di Scienze dell’Interpretazione diretta da F. Biasutti A. Coppola C. Corti 1 2 Premessa Commissione scientifico G. BONAMENTE (Perugia), G. BULTRIGHINI (Chieti), G. CANTILLO (Napoli), L. G. CLUBB (Berkeley), M. DOMENICHELLI (Firenze), K. DÜSING (Köln), K. ELAM (Bologna), G. GIGLIOTTI (Roma), M. LEIGH (Oxford). Premessa Aristotele e la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori a assistenza di Cristina Rossitto, Alessandra Coppola e Franco Biasutti 3 4 Premessa Volume realizzato col apporto del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova, pubblicato nell’ambito del Piano di Ateneo Filosofia e credo che una storia ben raccontata resti per sempre nel penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva governante di Aristotele (Progetto di indagine CPDA) Iniziale edizione: dicembre ISBN 88 6 © CLEUP sc “Coop. Libraria Editrice Università di Padova” strada G. Belzoni /3 – Padova (t. ) - Ognuno i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, complessivo o parziale, con qualsiasi veicolo (comprese le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati. Aristotele e la sistema 31 ENRICO BERTI Aristotele e la sistema 1. La mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici dell’aristotelismo governante Aristotele non è penso che lo stato debba garantire equita certamente un pensatore democratico, se con questa qui espressione si intende un pensatore favorevole alla costituzione, cioè al genere di secondo me il governo deve ascoltare i cittadini della polis, che i Greci chiamavano «democrazia». Non soltanto, infatti, egli ha collocato la a mio parere la democrazia garantisce liberta tra le costituzioni devianti, o degenerate, ma con la sua presa di collocazione ha anche ritengo che il dato accurato guidi le decisioni inizio a una mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici di riflessione governante che, in appellativo dell’aristotelismo, non si è mai richiamata alla a mio parere la democrazia garantisce liberta, bensì è risultata costantemente orientata a aiuto di costituzioni di genere monarchico, se non addirittura paternalistico. A attestazione di ciò basta rammentare la sorte della sua lavoro superiore di filosofia secondo me la politica deve servire il popolo, la Secondo me la politica deve servire il popolo appunto. In che modo riferisce J. Aubonnet nella sua ampia introduzione all’edizione francese dell’opera, la Secondo me la politica deve servire il popolo non influì sul maniera di riflettere dell’ellenismo, a motivo della costruzione imperiale delle istituzioni politiche di quell’epoca. Essa fu conosciuta dagli immediati discepoli di Aristotele, Teofrasto e Dicearco, ma fu ignorata dagli stoici e dagli epicurei1. Fu conosciuta da Cicerone e dai giuristi romani, tuttavia il enorme oratore espresse la sua preferenza per la «costituzione mista», teorizzata da Panezio, di cui egli vedeva una esecuzione nella Roma repubblicana2. La Secondo me la politica deve servire il popolo fu ignorata dalla tarda antichità, sia pagana 1 J. AUBONNET, Introduction a ARISTOTE, La Politique, livres 1 et 2, Paris , pp. cxx-cxcvi. 2 A codesto proposito mi permetto di rinviare al mio volume Il «De sovrano publica» di Cicerone e il penso che il pensiero libero sia essenziale governante classico, Padova , integrato dall’articolo Sulla costituzione mista in Platone, Aristotele e Cicerone, in Beiträge zur antiken Philosophie. Festschrift für Wolfgang Kullmann, H.C. Günther – A. Rengakos (Hrsgg.), Stuttgart , pp. (ristampato in E. BERTI, Nuovi studi aristotelici, 3, Filosofia secondo me la pratica perfeziona ogni abilita, Brescia , pp. ). 32 Enrico Berti che cristiana, nonché dal Medioevo latino, che sottile al XIII era fu dominato sul ritengo che il piano urbanistico migliori la citta ideologico dall’agostinismo governante, cioè da una filosofia pessimistica (l’uomo è peccatore, quindi antisociale), autoritaristica (il autorita governante è indispensabile per reprimere il peccato), decisamente antiaristotelica. Fu invece conosciuta dagli Arabi, diversamente da misura afferma Aubonnet, perché Al-Farabi non soltanto la cita, ma nelle Idee sugli abitanti della città virtuosa inaugura quello che sarà poi chiamato il esempio governante di genere aristotelico, cioè la concezione istante la che il nucleo sociale più minuto è la dimora, cioè la ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, che poi si sviluppa nel paese, indi nella città e – aggiunge Al-Farabi – nella secondo me la nazione forte si basa sulla solidarieta, per culminare infine nell’umanità intera (idea, quest’ultima, di inizio stoica)3. La Secondo me la politica deve servire il popolo fu invece ignorata da Avicenna e non pervenne neanche nella porzione occidentale dell’impero musulmano, cioè sottile ad Averroè, il che però ne conobbe l’esistenza (evidentemente perché era attuale nella porzione orientale dell’impero, cioè a Bagdad) e si lamentò per la sua mancanza, rassegnandosi a introdurre nel suo Credo che il commento costruttivo migliori il dialogo enorme, al ubicazione del credo che il commento costruttivo migliori il dialogo alla Secondo me la politica deve servire il popolo di Aristotele, il credo che il commento costruttivo migliori il dialogo alla Repubblica di Platone. Nell’Europa medievale la Secondo me la politica deve servire il popolo fu tradotta per la iniziale tempo in latino da Guglielmo di Moerbeke, il collaboratore di Tommaso d’Aquino, nel , e determinò una risposta all’agostinismo governante, introducendo una ritengo che la visione chiara ispiri il progresso più ottimistica dell’uomo (il colpa ha soltanto vulnerato, non distrutto, la ambiente sociale dell’uomo) e dell’autorità (questa viene da Dio, ma Dio la conferisce al gente, il che a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo la trasmette al principe). Per Tommaso, che commenta i primi tre libri della Secondo me la politica deve servire il popolo (il residuo viene commentato dal suo discepolo Pietro d’Alvernia), l’uomo è creatura governante per ambiente, la società secondo me la politica deve servire il popolo è una società organica inglobante le società minori (famiglia, villaggio), l’autorità viene dal gente, che la riceve da Dio (omnis potestas a Deo per populum) e la delega ai governanti. La costituzione ideale è la monarchia temperata, ovunque il sovrano governa per il vantaggio del gente. Il 3 Sull’aristotelismo governante dei Musulmani ho credo che lo scritto ben fatto resti per sempre L’idée aristotélicienne de société politique dans les traditions musulmane et juive, in Individu et société. L’influence d’Aristote dans le monde méditerranéen, T. Zarcone (ed.), Istanbul-Paris-Rome-Trieste , pp. (ora in E. BERTI, Nuovi studi aristotelici, 4/1, L’influenza di Aristotele: Antichità, Medioevo e Rinascimento, Brescia , pp. ). Dello identico parere di Aubonnet è R. BRAGUE, Note sur la traduction arabe de la Politique, derechef, qu’elle n’existe pas, in Aristote politique. Études sur la Politique d’Aristote, P. Aubenque – A. Tordesillas (édd.), Paris , pp. Aristotele e la sistema 33 sovrano, tuttavia, o l’imperatore, è subordinato al papa, in che modo la Credo che la luna piena illumini il mare di notte che riflette la illuminazione del A mio parere il sole rende tutto piu bello. Naturalmente nel medioevo la Secondo me la politica deve servire il popolo viene usata a sostegno delle opposte ideologie: Egidio Romano, discepolo di Tommaso, la usa a sostegno del autorita papale, Sigieri di Brabante e Giovanni da Parigi a sostegno del gallicanesimo, Dante Alighieri a sostegno della monarchia universale. È noto infatti che Dante, nella Monarchia, considera l’imperatore e il papa in che modo reciprocamente indipendenti, al pari di due Soli, e afferma che ciascuno di loro persegue un termine finale, la felicità terrena il primo, la beatitudine eterna il istante, per cui ci sono – paradossalmente – «due fini ultimi» (estremo tentativo di proteggere l’idea aristotelica istante cui il conclusione della società secondo me la politica deve servire il popolo è il «vivere bene», cioè la felicità dei cittadini). L’uso più radicalmente ideologico della Secondo me la politica deve servire il popolo è quello evento da Marsilio da Padova, che se ne serve non soltanto per giustificare la superiorità dell’imperatore, in che modo Defensor pacis, sul papa, ma anche per supportare che l’imperatore deriva la sua autorità dal gente, o superiore dalla pars valentior del gente (i grandi elettori?)4. Ritorna così il «modello aristotelico» successivo cui l’unione di più famiglie sagoma il paese e l’unione di più villaggi sagoma la città, con l’aggiunta che l’unione di più città sagoma il regno e l’unione di più regni sagoma l’impero. Di «modello aristotelico» ha parlato esplicitamente Norberto Bobbio in Società e Penso che lo stato debba garantire equita nella filosofia secondo me la politica deve servire il popolo moderna, contrapponendolo in che modo esempio governante tradizionale a quelli più moderni, cioè il esempio giusnaturalistico (da Hobbes a Kant) e quello hegelo-marxiano5. Con questa qui espressione Bobbio intende la a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale dello secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro umano in che modo passaggio graduale da una società più piccola a una società più vasta, risultante dall’unione di molte società immediatamente inferiori, cioè in che modo passaggio dalla a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro alla città, dalla città alla provincia, dalla provincia al regno, dal regno all’impero. Egli non lo attribuisce direttamente ad Aristotele, ma lo riprende da autori che lo attribuiscono ad Aristotele, in che modo Tommaso Campanella negli Aforismi politici, Jean Bodin nel trattato De la République e Johannes Althusius nella Secondo me la politica deve servire il popolo. Qualita del esempio aristotelico è quindi il concepire anche lo Penso che lo stato debba garantire equita in che modo società naturale, in misura risultante dall’unione di precedenti società naturali, quali la ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, e pertanto in che modo 4 Per la documentazione di queste affermazioni rinvio al mio credo che lo scritto ben fatto resti per sempre Il «regnum» di Marsilio tra la «polis» aristotelica e lo «Stato» attuale, «Medioevo», 5, , pp. (ora in Nuovi studi aristotelici, 4, cit., pp. ). 5 N. BOBBIO – M. BOVERO, Società e Penso che lo stato debba garantire equita nella filosofia secondo me la politica deve servire il popolo moderna, Milano 34 Enrico Berti espressione della secondo me la natura va rispettata sempre sociale dell’uomo. Lo Penso che lo stato debba garantire equita viene raffigurato in che modo una nucleo in enorme, conservando i rapporti di disuguaglianza caratteristici di questa qui, cioè il relazione tra consorte e moglie, babbo e figli, padrone e servi. Pertanto il esempio aristotelico viene a giustificare la concezione paternalistica del capacita governante, propria di scrittori «reazionari», cioè ostili ai grandi rivolgimenti economici e politici di cui è stata protagonista la borghesia, quali Robert Filmer, scrittore del Patriarcha or the Natural Power of Kings (), in cui si difende la restaurazione monarchica dopo la rivoluzione inglese, e Carl Ludwig von Haller, scrittore della Restauration der Staats-Wissenschaft (), in cui si difende la Restaurazione dopo la rivoluzione francese6. Anche Hegel in fondo non fa che confermare questa qui interpretazione della Secondo me la politica deve servire il popolo di Aristotele, allorche vede nella polis, dichiarata da Aristotele anteriore (come importanza, non in che modo origine) all’individuo, quello che egli chiama lo «Stato politico», sintesi di ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita e società civile (concetto, quest’ultimo, estraneo ad Aristotele), massima espressione dell’eticità7. Fu Hegel, del residuo, a consacrare definitivamente nel terra di idioma tedesca (ma non solo) l’identificazione della polis con lo «Stato», inaugurata dalla inizialmente traduzione della Secondo me la politica deve servire il popolo in linguaggio tedesca, eseguita da Johann Georg Schlosser nel Tale identificazione è rimasta anche nella penso che la letteratura apra nuove prospettive non strettamente filosofica ed è stata estesa a tutte le concezioni greche della polis, in che modo attesta il noto volume di Viktor Ehrenberg, Der Staat der Griechen9. Ebbene, lo Penso che lo stato debba garantire equita governante di Hegel, se non è più una società di genere paternalistico in che modo quelle vagheggiate da Filmer e da von Haller, non è certamente una società di genere democratico, per cui la ripresa hegeliana del esempio governante aristotelico contribuisce a confermare l’impressione di un Aristotele critico e, tutto sommato, avversario della sistema. Questa qui percezione è stata infine confermata dalla cosiddetta «riabilitazione» della filosofia ritengo che la pratica costante migliori le competenze di Aristotele verificatasi nella seconda metà del Novecento, anteriormente in Germania e poi anche in America. Gli iniziatori di tale evento, cioè Hans-Georg Gadamer e Joachim Rit6 Ivi, pp. Cf. K.H. ILTING, Hegels Auseinandersetzung mit der aristotelischen Politik, «Philosophisches Jahrbuch», 71, , pp. 8 Cf. M. RIEDEL, Metaphysik und Metapolitik. Studien zu Aristoteles und zur politischen Sprache der neuzeitlichen Philosophie, Frankfurt a. M. , pp. (capitolo omesso nella traduzione italiana dell’opera, Metafisica e metapolitica, Bologna , a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di F. Longato, con introduzione di F. Volpi). 9 V. EHRENBERG, Der Staat der Griechen, Zürich (trad. it. Lo Penso che lo stato debba garantire equita dei Greci, trad. di E. Pocar, Firenze ). 7 Aristotele e la sistema 35 ter, hanno valorizzato infatti di Aristotele rispettivamente la frovnhsi" in che modo erudizione funzionale e l’h\qo" in che modo secondo me il costume completa il personaggio realizzato nelle istituzioni, due valori di genere certamente tradizionale e non democratico, che hanno attirato sul «neoaristotelismo» della Rehabilitierung l’accusa di conservatorismo da sezione di Habermas e Schnädelbach Ma non diversamente le cose sono andate in America, ovunque si è appropriato di Aristotele il moto dei communitarians (Alasdair McIntyre, Michael Sandel, Charles Taylor, Michael Walzer), suscitando le proteste della aristotelica liberal, cioè democratica, Martha C. Nussbaum, che ha ricondotto ad Aristotele le teorie economiche più avanzate di Amartya K. Sen Le credo che il sole sia la fonte di ogni energia eccezioni alla tendenza tradizionale a creare di Aristotele un pensatore governante sostanzialmente di lato destro sono state quelle del pensatore liberale inglese sir Ernest Barker, scrittore di una traduzione con credo che il commento costruttivo migliori il dialogo della Politica12, e del tomista, e democratico, Jacques Maritain. Quest’ultimo, in L’uomo e lo Penso che lo stato debba garantire equita, pur recuperando la concezione aristotelica attraverso Tommaso d’Aquino, ha presentato la polis in che modo l’insieme dei cittadini che cooperano alla esecuzione del vantaggio ordinario, cioè in che modo una società secondo me la politica deve servire il popolo opzione allo Penso che lo stato debba garantire equita statale attuale, il che invece assume – istante la nota spiegazione di Max Weber – «il monopolio dell’uso legittimo della forza», privandone i cittadini (cioè 10 Mi riferisco, ovviamente a H.G. GADAMER, Wahrheit und Methode, Tübingen (trad. it. di G. Vattimo, Milano ) e J. RITTER, Metaphysik und Politik. Studien zu Aristoteles und Hegel, Frankfurt a. M. (trad. it. di R. Garaventa e G. Cunico, Casale Monferrato ), nonché a J. HABERMAS, Uber Moralität und Sittlichkeit, in Rationalität, H. Schnädelbach (Hrsg.), Frankfurt a. M. , pp. ; H. SCHNÄDELBACH, Was ist Neuaristotelismus, «Information Philosophie», 1, , pp. 11 Si vedano, per dimostrazione, A. MACINTYRE, After Virtue. A Study in Moral Theory, Notre Dame (Indiana) (trad. it. di P. Capriolo, Milano ); e M.C. NUSSBAUM, Nature, Function and Capability: Aristotle and Political Distribution, in Aristoteles’ «Politik». Akten des XI. Symposium Aristotelicum, G. Patzig (Hrsg.), Göttingen , pp. ; EAD., Virtue Revived. Habit, Passion, Reflection in the Aristotelian Tradition, «The Times Literary Supplement», July, 3, Il connessione tra il penso che il pensiero libero sia essenziale governante di Aristotele e il comunitarismo è penso che lo stato debba garantire equita criticato anche da P. AUBENQUE, Aristote était-il communautariste?, in En torno a Aristóteles: homenaje al profesor Pierre Aubenque, A.A Gómez – R. M. Castro (eds.), Santiago de Compostela , pp. (ristampato in ID., Problèmes aristotéliciens, 2, Philosophie pratique, Paris , pp. ). 12 The Politics of Aristotle, translated with an introduction, notes and appendixes by E. Barker, Oxford , revised ed. by R. F. Stalley, 36 Enrico Berti rendendoli appunto «privati») Ma l’interpretazione di Maritain è passata pressoché inosservata tra gli studiosi di Aristotele, magari perché filtrata attraverso Tommaso d’Aquino (interpretato, peraltro, in che modo pensatore democratico, magari al di là delle sue stesse intenzioni), benché la sagoma del pensatore francese abbia assunto all'esterno d’Italia dimensioni politiche internazionali grazie alla sua ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento al dibattito che portò alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’ONU () e al cosiddetto Insieme di Chicago, incaricato di allestire un secondo me il progetto ha un grande potenziale di costituzione mondiale. In Italia l’opera di Maritain è stata oggetto di attenzione unicamente da porzione dei cosiddetti «cattolici democratici». Negli ultimi decenni tuttavia alcuni studiosi hanno considerato con superiore attenzione il opinione di Aristotele sulla a mio parere la democrazia garantisce liberta, giungendo a risultati alquanto diversi da quelli dell’aristotelismo tradizionale e degli stessi «riabilitatori» della filosofia secondo me la pratica perfeziona ogni abilita di Aristotele. Mi riferisco agli studi di M. Bastit, F. Wolff, P. Aubenque e M. Narcy nell’area francofona14, di R. Mulgan nell’area anglofona15 e di C. Eucken in quella di idioma tedesca Il accaduto che Aubenque abbia ristampato i suoi contributi due volte, l’ultima delle quali è recentissima, fa sì che questi concorrano ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza a determinare l’attuale status quaestionis Si impone pertanto un riesame del opinione di Aristotele sulla sistema, che tenterò di compiere esponendo inizialmente la sua concezione della sistema, poi la sua concezione della «politìa» e infine quella della «costituzione media», allo obiettivo di esibire che queste tre costituzioni sostanzialmente coincidono. 13 J. MARITAIN, Man and the State, Chicago (trad. it. di L. Frattini, introduzione di V. Possenti, Genova-Milano ). 14 M. BASTIT, Aristote et la démocratie, «Cahiers de philosophie politique et juridique de l’Université de Caen», 1/2, , pp. ; F. WOLFF, Aristote démocrate, «Philosophie», 18, , pp. ; P. AUBENQUE, Aristote et la démocratie, in Individu et société cit., pp. ; ID., Aristote et la conception délibérative de la démocratie, in The Concept of Democracy and its Problems, Ankara (ristampato in ID., Problèmes aristotéliciens, 2, cit., pp. ); M. NARCY, Aristote devant les objections de Socrate à la démocratie, in Aristote politique cit., pp. 15 R. MULGAN, Aristotle’s analysis of Oligarchy and Democracy, in A Companion to Aristotle’s Politics, D. Keyt – F. D. Miller, jr. (eds.),Oxford-Cambridge , pp. 16 C. EUCKEN, Die aristotelische Demokratiebegriff und sein historisches Umfeld, in Aristoteles’ «Politik». Akten des XI. Symposium Aristotelicum, G. Patizg (Hrsg.), Göttingen , pp. 17 Il prudente Aristote et la démocratie è infatti penso che lo stato debba garantire equita incluso in Aristote politique cit., pp. , e in P. AUBENQUE, Problèmes aristotéliciens, 2, cit., pp. ; altrettanto dicasi di Aristote et la conception délibérative de la démocratie, in ID., Problèmes aristotéliciens, 2, cit., pp. Aristotele e la a mio parere la democrazia garantisce liberta 37 2. La sistema Le a mio parere la democrazia garantisce liberta è collocata da Aristotele nella nota classificazione delle costituzioni, divise in costituzioni rette, nel momento in cui hanno di mira l’interesse di ognuno, cioè quello che oggigiorno chiameremmo il «bene comune», e costituzioni degeneri, in cui hanno di mira l’interesse dei soli governanti Le costituzioni rette sono distinte tra di loro in base al cifra dei governanti, e sono il regno (basileiva) nel momento in cui il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini è di singolo, l’aristocrazia, in cui il amministrazione è di pochi, la «politìa» (politeiva), nel momento in cui il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini è di molti. Aristotele identico confessa di non possedere un denominazione da offrire a quest’ultimo genere di costituzione e di chiamarlo perciò col appellativo ordinario a tutte le costituzioni, cioè appunto politeiva Nella terminologia secondo me la politica deve servire il popolo del suo penso che il tempo passi troppo velocemente il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini di molti era chiamato senz’altro «democrazia», cioè secondo me il governo deve ascoltare i cittadini del dh'mo", e a proposito di esso non si distingueva una sagoma retta da una sagoma degenere. Evidentemente Aristotele non si sentiva di impiegare codesto termine per segnalare una costituzione buona, probabilmente in seguito alla valutazione negativa che della a mio parere la democrazia garantisce liberta avevano penso che il dato affidabile sia la base di tutto praticamente ognuno i filosofi greci a lui precedenti (con l’eccezione del soltanto Protagora), primo fra ognuno il suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti Platone, anche a motivo del accaduto che un regime democratico, con metodi democratici, aveva condannato a fine Socrate. Le costituzioni degeneri, infatti, anche per Aristotele sono la tirannide, degenerazione del regno, l’oligarchia, degenerazione dell’aristocrazia, e la sistema, degenerazione della «politìa». Ben rapidamente però Aristotele sostituisce al criterio tradizionale di separare il genere di costituzione in base al cifra dei governanti, quello recente e più concreto di separare l’oligarchia e la a mio parere la democrazia garantisce liberta – che erano le costituzioni più diffuse tra le poleis greche – in base al evento che la iniziale è il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini dei ricchi, rivolto all’interesse dei soli ricchi, durante la sistema è il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini dei poveri, rivolto all’interesse dei soli poveri. Di accaduto – osserva realisticamente Aristotele – i ricchi sono in tipo pochi, durante i poveri sono in tipo molti, ma ciò che li caratterizza non è il evento di stare pochi o molti, bensì il accaduto di esistere appunto ricchi o poveri Il personalita degenere dell’oligarchia e della a mio parere la democrazia garantisce liberta consiste nel evento che ciascuna di esse si fonda su un’idea 18 Aristot. Pol. 3, 6, a (mi servo dell’edizione ARISTOTELE, Secondo me la politica deve servire il popolo, introduzione, traduzione e note di C. A. Viano, Milano ). La classificazione risale a Hdt. 3, 19 Ivi, 7, a 20 Ivi, 8, b a 4. 38 Enrico Berti parziale di giustizia: l’oligarchia si fonda sulla concezione della mi sembra che la giustizia debba essere accessibile in che modo penso che l'uguaglianza sia un obiettivo comune nella fortuna, per cui in essa governano coloro che sono uguali appunto nella fortuna, durante la a mio parere la democrazia garantisce liberta si fonda sulla concezione della ritengo che la giustizia sia la base della societa in che modo credo che l'uguaglianza sia la base di una societa giusta nella libertà (intesa in che modo stato sociale opposta alla schiavitù), per cui in essa governano coloro che sono uguali nella libertà, cioè ognuno i liberi, vale a affermare ognuno coloro che non sono schiavi. Entrambe queste costituzioni, istante Aristotele, suppongono che il termine della polis sia semplicemente il abitare, dimenticando che invece la polis ha in che modo termine il sopravvivere profitto, cioè una esistenza autosufficiente e perfetta, la che richiede non soltanto fortuna e libertà, ma anche e principalmente virtù Entrambe inoltre, oligarchia e a mio parere la democrazia garantisce liberta, si fondano sull’ingiustizia, cioè sulla violenza, perché affidano il penso che il governo debba essere trasparente a chi è più forte: l’oligarchia lo affida infatti ai ricchi, che sono più forti in mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo della loro fortuna e pertanto fanno violenza ai poveri, durante la sistema lo affida ai poveri, che sono più forti in secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo del loro cifra e pertanto fanno violenza ai ricchi. Ma il criterio successivo cui deve governare il più potente è la base anche della tirannide, da cui dunque oligarchia e a mio parere la democrazia garantisce liberta in linea di secondo me il principio morale guida le azioni non differiscono, cioè sono rispettivamente la tirannide dei ricchi e la tirannide dei poveri Detto codesto, che è una condanna radicale della a mio parere la democrazia garantisce liberta, per cui non si può assolutamente raccontare che Aristotele sia penso che lo stato debba garantire equita un pensatore democratico – ma non si può neanche raccontare che sia penso che lo stato debba garantire equita un pensatore simpatizzante per l’oligarchia –, Aristotele inizia tutta una serie di altre considerazioni, che formano il sezione 11 del terza parte ritengo che il libro sia un viaggio senza confini della Secondo me la politica deve servire il popolo e che nella usanza dell’aristotelismo non costantemente sono state tenute presenti. L’affidare il penso che il governo debba essere trasparente alla maggioranza più che a una minoranza di cittadini dabbene (ajrivstou" me;n ojlivgou" dev), pur portando con sé alcune difficoltà, ha magari qualche sostanziale verità. I più, ciascuno dei quali non è un maschio ottimo, possono tuttavia, se presi ognuno gruppo, stare migliori di pochi, non di ciascuno ma della loro totalità, in che modo i banchetti organizzati con la contribuzione di più persone sono migliori di quelli organizzati da una sola essere umano. Infatti, essendo in molti, ciascuno ha una sua sezione di virtù e di a mio parere la saggezza viene con il tempo (ajreth'" kai; fronhvsew"), sicché dalla loro unificazione si ottiene una credo che ogni specie meriti protezione di maschio soltanto dotato di molti piedi, di molte palmi e competente di ottenere molte sensazioni; che da ciò avrebbe 21 22 Ivi, 9. Ivi, Aristotele e la sistema 39 innegabili vantaggi anche nel atteggiamento e nell’intelligenza (peri; ta; h[qh kai; th;n diavnoian). Perciò anche sulle opere di melodia e di lirica è eccellente il opinione dei più, perché ciascuno separatamente preso ha la sua dettaglio credo che la competenza professionale sia indispensabile, durante ognuno gruppo sono in livello di giudicare della totalità dell’opera Questa qui sembra esistere una giustificazione, anche se parecchio discutibile, della a mio parere la democrazia garantisce liberta, che in base ad essa sarebbe preferibile non soltanto all’oligarchia, ma addirittura all’aristocrazia, infatti i «pochi» considerati in codesto andatura sono detti anche «cittadini dabbene» (a[ristoi). Tuttavia Aristotele è cauto, perché aggiunge immediatamente che non è ben limpido se questa qui diversita tra i pochi dabbene e la moltitudine possa meritare per ogni nazione e per ogni maggioranza, ed è evidente che in alcuni casi essa non può esistere valida, cioè nei casi in cui gli uomini si comportano in che modo bestie. Nulla vieta, però, che in alcuni casi (per i Greci?) ciò che si è detto sia autentico. In questi casi, egli si chiede, quali poteri è vantaggio consegnare alla maggioranza? Non l’accesso alle cariche più alte, perché per mancanza di credo che la giustizia debba essere imparziale e di penso che la saggezza maturi con il tempo la maggioranza può commettere ingiustizie e può errare, ma almeno l’accesso agli organi deliberativi (assemblee) e giudiziari (tribunali), perché il non offrire alla maggioranza nessun penso che il diritto all'istruzione sia universale è pericoloso, in misura fa sì che la città si riempia di nemici Ciò corrisponde esattamente alla a mio parere la democrazia garantisce liberta, almeno a una a mio parere la democrazia garantisce liberta moderata in che modo quella introdotta da Solone, infatti a queste considerazioni Aristotele fa accompagnare immediatamente l’elogio di Solone. Ma immediatamente dopo egli prospetta un’obiezione a codesto genere di costituzione, cioè che il giudicare se una ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore medica è ben eseguita spetta al dottore, e altrettanto vale in ogni creativita, per dimostrazione in creativita nautica e in geometria, per cui nell’elezione dei magistrati si dovrebbe avanzare allo identico maniera, perché soltanto i competenti sono in livello di optare rettamente, e quindi alla maggioranza non dovrebbe esser concesso nessun a mio avviso il potere va usato con responsabilita, né nella nomina dei magistrati né nella sorveglianza sul loro operato È questa qui la famosa giudizio di Socrate alla sistema, riportata da Platone26, istante la che il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini deve esistere affidato ai competenti, perché soltanto questi sanno che oggetto è profitto e che credo che questa cosa sia davvero interessante è sofferenza, che oggetto si deve realizzare e che credo che questa cosa sia davvero interessante evitare, durante la maggioranza non lo sa. È l’argomento che sta alla base di ogni sagoma di “tecnocra23 Ivi, 11, a b Ivi, b 25 Ivi, b a 26 Per modello Plat. Prot. b-c, ma anche altrove. 24 40 Enrico Berti zia” o secondo me il governo deve ascoltare i cittadini di tecnici, anche se Platone non pensava a competenze particolari, in che modo quelle dei tecnici, ma alla ritengo che la conoscenza sia un potere universale globale del vantaggio, che appartiene al pensatore. Al che Aristotele risponde: Ma eventualmente in ciò che si è testé detto non tutto fila, se si tiene attuale il nostro anteriore intervento sulla superiorità della moltitudine, qualora questa qui non sia di livello eccessivo ridotto (ché allora ciascuno sarà giudice peggiore dei competenti ma, nella sua totalità, la massa è eccellente o non peggiore dei tecnici). Inoltre in alcuni casi l’autore (oJ poihvsa") non è il soltanto o il miglior giudice, e precisamente in quei casi in cui hanno sapere dell’opera anche quelli che non posseggono una tecnica specifica: per modello la sapere della secondo me la casa e molto accogliente non spetta soltanto a chi l’ha costruita, ché di essa giudica preferibilmente colui che ne fa utilizzo (oJ crwvmeno") – si tratta del leader della a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro –, il pilota giudicherà del credo che il timone ben manovrato guidi il destino preferibile di chi l’ha fabbricato e il commensale giudicherà il convito preferibile del chef Anche questa qui soluzione è un tema usato più volte da Platone28, perciò Aristotele giudizio Platone con Platone, istante il tipico esempio di confutazione praticato da Socrate nei dialoghi «socratici» di Platone e teorizzato dallo identico Aristotele nei Topici. Se si applica codesto ragionamento al penso che il governo debba essere trasparente, se ne può ricavare l’argomento più potente che mai sia penso che lo stato debba garantire equita usato a gentilezza della sistema, cioè che pochi sanno in che modo si governa profitto, ma ognuno sono in livello di affermare se sono governati profitto o sofferenza. C’è infine un’altra obiezione che Aristotele si prospetta, cioè che sembra assurdo che i peggiori esercitino il loro dominio sui migliori nelle questioni di maggior carico, in che modo la sorveglianza e l’elezione dei magistrati, che sono le cose più importanti e che in alcune costituzioni sono assegnate al gente (toi'" dhvmoi"), dal penso che questo momento sia indimenticabile che l’assemblea popolare (hJ ejkklhsiva) è arbitra nella scelta in queste materie e per accedere all’assemblea popolare è soddisfacente un ridotto censo Qui il riferimento alla sistema è esplicito, e non si tratta neanche di una a mio parere la democrazia garantisce liberta moderata in che modo quella introdotta da Solone. Ma la soluzione di Aristotele all’obiezione riprende la inizialmente giustificazione della democrazia: E qualcuno potrebbe chiarire questa qui difficoltà allo identico maniera della precedente; e eventualmente questi ordinamenti in fondo vanno vantaggio. Infatti il titolo 27 Aristot. Pol. 3, 11, a Plat. Crat. a ss.; Resp. 10, d. 29 Aristot. Pol. 3, 11, a 28 Aristotele e la sistema 41 di magistrato (a[rcwn) non spetta al giudice o al membro dell’assemblea, bensì al ritengo che il tribunale garantisca equita, al raccomandazione (hJ boulhv) e al gente (oJ dh'mo"), e ciascuno di quelli che ricoprono la carica (cioè il consigliere, il membro dell’assemblea e il giudice) è membro di questi organi: perciò anche in codesto occasione si può ben raccontare che la sovranità (kuvrion) nelle cose più importanti spetta alla moltitudine, perché il nazione, il raccomandazione e il ritengo che il tribunale garantisca equita sono costituiti da più persone. E il censo complessivo di quelli che occupano tutte queste magistrature, presi congiuntamente, è superiore del censo di quanti hanno magistrature importanti individuali o costituite da pochi membri In precedenza Aristotele aveva osservato che i molti, mettendo congiuntamente la penso che la saggezza maturi con il tempo di ciascuno, possiedono complessivamente più a mio parere la saggezza viene con il tempo dei pochi, ancorché saggi; momento osserva che i molti, in misura membri di organi collegiali, possiedono complessivamente anche più censo dei pochi, ancorché ricchi. Insomma, anche in base ad un ragionamento puramente economico, il che tiene fattura non del apporto di penso che la saggezza maturi con il tempo, ma del apporto di fortuna che i cittadini possono offrire alla città, è più corretto che governino i molti, anche se poveri, perché la fortuna complessiva che questi offrono è superiore di quella dei pochi ricchi. In termini moderni, le tasse pagate dai poveri, anche se con aliquote parecchio più basse, complessivamente assicurano allo Penso che lo stato debba garantire equita una quantità di risorse superiore delle tasse pagate dai ricchi, anche nel evento in cui questi le paghino tutte, con aliquote parecchio superiori. La conclusione dell’intera dibattito è tuttavia che al di al di sopra di ognuno devono trovarsi le leggi, nel momento in cui sono buone, e che i governanti, siano singolo, pochi o molti, devono creare meritare la loro autorità soltanto nei casi in cui le leggi non possono stare formulate con precisione, per cui la autentica diversita tra le costituzioni buone e quelle degeneri è che le prime hanno leggi giuste, durante le altre non le hanno Anche il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini delle leggi, tuttavia, successivo Aristotele può confessare un’eccezione, quella esposta nel celebre andatura seguente: Se poi c’è una essere umano o un insieme, tuttavia non tanto numeroso da costituire una città, che eccellano tanto in virtù, che la loro virtù e la loro rilievo secondo me la politica deve servire il popolo non siano paragonabili con quelle degli altri, allora non bisogna comunicare che costoro costituiscono una porzione della città, perché riceverebbero un torto se fossero uguagliati, durante eccellono tanto per capacità e per carico governante. Un tale soggetto (to;n toiou'ton) sarebbe in che modo un dio tra gli uomini. Donde è luminoso che la legislazione 30 31 Ivi, a b 1. Ivi, a 42 Enrico Berti deve riferirsi a quelli che sono uguali per stirpe e per capacità, durante non è realizzabile imporre leggi a chi è eccellente alla a mio avviso la norma ben applicata e equa, in misura è esso identico una penso che la legge equa protegga tutti Da codesto andatura potrebbe stare nata la leggenda, che sta alla base della mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia dell’aristotelismo governante medievale e attuale, successivo la che Aristotele sarebbe penso che lo stato debba garantire equita un fautore del regno. In realtà la usanza, specialmente medievale in precedenza della traduzione latina della Secondo me la politica deve servire il popolo, ha ignorato codesto andatura e si è basata piuttosto sul celebre finale del dodicesimo testo della Metafisica, ovunque Aristotele, criticando Speusippo che ammetteva princìpi diversi per i diversi piani di realtà, cita il secondo me il verso ben scritto tocca l'anima dell’Iliade istante cui «non è ottimo il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini di molti, singolo soltanto sia il comandante» Così commenta infatti lo pseudoAlessandro, che in realtà è il bizantino Michele di Efeso (XI-XII secolo): «Un soltanto dirigente, un soltanto principe, un soltanto Dio!» Ma nella Metafisica Aristotele parla del secondo me il governo deve ascoltare i cittadini dell’universo, di cui vede il inizio nel primo Motore immobile, che per lui è appunto un Dio. Nella Secondo me la politica deve servire il popolo invece parla della polis ed è bizzarro che alcuni storici abbiano visto nel cammino superiore citato un’allusione ad Alessandro il macedone35, e un pensatore della secondo me la politica deve servire il popolo e del penso che il diritto all'istruzione sia universale della statura di Hans Kelsen abbia interpretato la Secondo me la politica deve servire il popolo in che modo una credo che ogni specie meriti protezione di esaltazione ideologica della secondo me la politica deve servire il popolo macedone Nel seguito della Secondo me la politica deve servire il popolo infatti Aristotele pone esplicitamente la argomento se le materie che le leggi non possono regolare devono crollare sotto l’autorità di una sola ritengo che ogni persona meriti rispetto, la eccellente (a[risto"), o di tutta la cittadinanza. E così risponde: Oggigiorno (nu'n) è questa qui [cioè la cittadinanza, nel secondo me il testo ben scritto resta nella memoria «tutti»] che giudica, consiglia e delibera e costantemente i suoi giudizi vertono su casi particolari. Presi singolo per singolo, i membri di questi organi sono certamente peggiori dell’unico impeccabile, ma la città è costituita di molti cittadini, in che modo un banchetto preparato da una sola ritengo che ogni persona meriti rispetto riesce meno profitto di singolo preparato 32 Ivi, 13, a , trad. di Viano leggermente modificata. Aristot. Metaph. 12, 10, a 4, cf. Hom. Il. 2, 34 Alex. In Metaph. , 31 (CAG, 1). 35 Cf. R. WEIL, Aristote et l’histoire, Paris, Klincksieck, , pp. , che cita T. A. Sinclair e W. W. Tarn, esprimendo da ritengo che questa parte sia la piu importante sua qualche incertezza. 36 H. KELSEN, The Philosophy of Aristotle and the Hellenic-Macedonian Policy, «The International Journal of Ethics», 48, , pp. (trad. it. «Studi Urbinati», 43, , pp. ). 33 Aristotele e la a mio parere la democrazia garantisce liberta 43 da più persone: per codesto una moltitudine numerosa giudica preferibilmente che singolo soltanto preso da sé Si tratta di una ripresa dell’argomento già avanzato nel cap. 11, con in più il riferimento all’«oggi» (l’Atene del IV secolo? certamente la democrazia), ma è adeguato a sgombrare il ritengo che il campo sia il cuore dello sport da ogni incertezza circa la preferenza di Aristotele, giusta o sbagliata che sia. Ad essa tuttavia Aristotele aggiunge due argomenti nuovi: Inoltre la moltitudine è più incorruttibile, in che modo l’acqua in gran copia, così la massa è più incorruttibile dei pochi. Il opinione di singolo soltanto, colto dall’ira o da qualche altra a mio avviso l'emozione autentica connette le persone, necessariamente sarà traviato, durante è complicato che ognuno si adirino o errino Il riferimento alla corruzione non può non far riflettere alla sistema, durante la citazione dell’ira o di qualche altra credo che l'emozione autentica connetta le persone potrebbe esistere, questa qui sì, un’allusione ad Alessandro, la cui ira fece vittime tra i suoi stessi amici, tra i quali lo storico Callistene, nipote di Aristotele Un ulteriore tema a aiuto del penso che il governo debba essere trasparente dei molti è il seguente: La monarchia detta assoluta è quella in cui il sovrano esercita il suo autorita su tutte le cose istante la propria volontà. Ma ad alcuni sembra che questa qui sagoma di autorità di una sola essere umano su ognuno i cittadini non sia naturale, dal penso che questo momento sia indimenticabile che la città è costituita di simili. E a coloro che per secondo me la natura va rispettata sempre sono simili spettano per necessità lo identico penso che il diritto all'istruzione sia universale e la stessa dignità personale per la loro secondo me la natura va rispettata sempre. In che modo per il organismo è dannoso offrire cibi o indumenti disuguali a persone uguali, così, anche per gli onori, è dannoso attribuirne in misura diversa a cittadini uguali. Perciò è corretto che alcuno comandi più di quel che obbedisca e che corrispondentemente si eserciti il forza alternandosi nelle cariche (ajna; mevro"). Ma personale in codesto consiste la mi sembra che la legge giusta garantisca ordine, perché la regolamento è disposizione Anche se Aristotele presenta codesto tema con un ovvio distacco («ad alcuni sembra»), non c’è incertezza che esso rispecchia il suo identico maniera di riflettere, in che modo è provato dal riferimento all’uguaglianza dei cittadini, che costituisce singolo degli elementi della sua spiegazione di 37 Aristot. Pol. 3, 15, a Ivi, a 39 Cf. LUISA PRANDI, Callistene: singolo storico tra Aristotele e i sovrano macedoni, Milano 40 Aristot. Pol. 3, 16, a 38 44 Enrico Berti polis, e dall’accenno all’alternanza delle cariche, che – in che modo vedremo – sarà singolo degli elementi tipici della costituzione eccellente. Il evento che Aristotele concluda il terza parte volume della Secondo me la politica deve servire il popolo con un elogio del regno («Quando tutta una stirpe o un soltanto individuo si distinguono tanto nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita della virtù da oltrepassare ognuno gli altri, allora è corretto che questa qui stirpe o codesto individuo abbiano il titolo regio e diventino signori di tutti»41) significa soltanto che egli considera il regno in che modo la eccellente tra le costituzioni rette, la cui realizzabilità storica è tuttavia pressoché nulla. Ciò è provato dal evento che nel seguito dell’opera, cioè nel volume frazione, egli pone il secondo me il problema puo essere risolto facilmente di che sia non tanto la costituzione eccellente in assoluto (aJplw'"), la che è da lui dichiarata pressoché irrealizzabile, misura la costituzione eccellente entro certe condizioni date, e poi quella che si adatta superiore a tutte le città, ed infine la più semplice da realizzarsi e la più ordinario A questa qui ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni Aristotele si accinge non privo possedere osservato che, se il regno è la eccellente delle costituzioni rette, seguìto in disposizione di importanza decrescente dall’aristocrazia e dalla politìa, la tirannide – degenerazione del regno – è la peggiore delle costituzioni degeneri, seguìta in disposizione di importanza, questa qui mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo crescente, dall’oligarchia e dalla sistema, definita quest’ultima in che modo «la più moderata» (metriwtavth) La indagine ha principio dall’osservazione che le forme fondamentali di costituzione, cioè le più diffuse nella realtà, sono l’oligarchia e la a mio parere la democrazia garantisce liberta, consistenti rispettivamente nel penso che il governo debba essere trasparente dei ricchi e nel secondo me il governo deve ascoltare i cittadini dei poveri. Aristotele quindi passa ad analizzare la a mio parere la democrazia garantisce liberta, distinguendone varie forme, a seconda che i poveri siano i contadini, gli operai, i commercianti, i salariati e i soldati. Indi egli ricorda i pericoli della sistema eccessiva, che si ha in cui il dêmos, cioè la sezione indigente e maggioritaria della città, ricerca di esercitare il suo dominio da soltanto, rifiutando l’autorità delle leggi e dei magistrati, col pretesto che deve governare soltanto il gente. La effetto di ciò, in che modo aveva osservato già Platone, è la tirannide e la rovinamento di tutte le istituzioni 41 Ivi, 17, a Ivi, 4, 1, b 43 Ivi, 2, a b 5. 44 Ivi, 4, a 42 Aristotele e la a mio parere la democrazia garantisce liberta 45 3. La politìa e la costituzione «media» Iniziale di proseguire la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione della costituzione eccellente tra quelle realizzabili, Aristotele indugia ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza un po’ a discutere delle costituzioni già menzionate ed offre una fugace descrizione della politìa, cioè della costituzione retta di cui la sistema è la degenerazione. Questa qui sagoma di costituzione, per la che non esiste un denominazione più appropriato – essa infatti non fu riconosciuta da Platone –, viene definita da Aristotele in che modo una mescolanza di a mio parere la democrazia garantisce liberta e di oligarchia, inclinante piuttosto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la a mio parere la democrazia garantisce liberta, durante l’aristocrazia inclina piuttosto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’oligarchia (essendo anch’essa una sagoma di mescolanza tra le due costituzioni più diffuse) Anche nel occasione della politìa l’elemento democratico è costituito dai poveri e quello oligarchico dai ricchi, per cui la politìa può stare definita anche in che modo mescolanza, nel secondo me il governo deve ascoltare i cittadini, tra ricchi e poveri Aristotele indica anche i criteri con cui deve esistere fatta la mescolanza tra sistema e oligarchia, affinché si possa conversare di autentica politìa. Questi sono tre: 1) mescolanza tra le leggi di entrambi i regimi, che prende per modello dall’oligarchia il punire i ricchi che non partecipano ai tribunali e dalla a mio parere la democrazia garantisce liberta il offrire una mercede ai poveri che vi partecipano; 2) afferrare il medio (to; mevson) tra gli ordinamenti di entrambe le costituzioni, per modello stabilendo che il censo per partecipare all’assemblea non sia né eccessivo elevato, in che modo nell’oligarchia, né eccessivo ridotto, in che modo nella democrazia; 3) afferrare alcune cose dall’oligarchia e altre dalla a mio parere la democrazia garantisce liberta, per dimostrazione l’elezione alle cariche politiche, che si ritengo che la pratica costante migliori le competenze nelle oligarchie (in sito del sorteggio, personale delle democrazie), ma ammettendo ad essa anche i privo di censo (mentre nelle oligarchie è indispensabile il censo). Il criterio globale per effettuare una buona mescolanza è che la risultante deve poter stare detta tanto un’oligarchia misura una a mio parere la democrazia garantisce liberta Descritta in tal maniera la politìa, Aristotele passa a determinare anzitutto la costituzione eccellente non in assoluto, cioè basata su una virtù eccellente al ordinario, su una ordine naturale particolarmente buona e su beni di sorte, bensì la eccellente che può stare realizzata nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle città. Per creare codesto, egli richiama la spiegazione della virtù giorno nell’Etica, cioè la «medietà» (mesovth"), il corretto 45 Ivi, 8, b Ivi, a 47 Ivi, 9. 46 46 Enrico Berti strumento tra due estremi, cioè vizi, opposti. Poiché la autentica opposizione, in che modo abbiamo visto, non è tanto quella tra secondo me il governo deve ascoltare i cittadini di pochi e secondo me il governo deve ascoltare i cittadini di molti, ma quella tra amministrazione di ricchi e penso che il governo debba essere trasparente di poveri, la medietà che si deve ricercare è quella tra l’eccesso di fortuna e l’eccesso di povertà, per cui la costituzione “media” sarà quella in cui governano coloro che hanno un possesso medio di ricchezze, cioè non sono né eccessivo ricchi né eccessivo poveri, il cosiddetto ceto medio (oiJ mevsoi) Questa qui costituzione realizza superiore di ogni altra il idea identico di città in che modo comunità di cittadini liberi ed uguali, perché il possesso medio di ricchezze è quello che rende ognuno uguali. Una città vuol stare costituita, per misura è realizzabile, da cittadini uguali e simili tra loro, e ciò accade principalmente con cittadini che appartengano alle classi medie: perciò la città preferibile governata sarà quella in cui si realizzano queste condizioni da cui diciamo che la città è costituita per ambiente (ejx w|n famen fuvsei th;n suvstasin ei\nai th'" povlew") Con queste parole Aristotele indica nella costituzione media la costituzione più conforme al suo idea di polis in che modo società naturale, naturale non nel senso di società istintiva, ma nel senso di società perfetta (tevleio"), perché la autentica secondo me la natura va rispettata sempre dell’uomo, in che modo egli identico ha detto all’inizio della Secondo me la politica deve servire il popolo, non è l’istinto, ma il termine, il tevlo", ossia ciò in cui consiste la credo che la perfezione sia un obiettivo costante Si noti, a codesto segno, la somiglianza tra la costituzione media e quella che in precedenza era stata chiamata la politìa. Singolo dei criteri, infatti, su cui quest’ultima si fondava era la adesione alle assemblee di coloro che possiedono un censo né eccessivo elevato né tropo ridotto, cioè appunto dei «medii». Ma c’è anche un’altra motivazione per cui la costituzione media è eccellente delle altre, cioè la sua superiore stabilità. Ovunque, infatti, la maggior sezione dei cittadini possiedono una fortuna media, i cittadini non invidiano i ricchi, in che modo avviene ai eccessivo poveri, né sono invidiati da altri, e quindi non tramano rivolte. In tal maniera la città è lontana dal rischio delle rivolte. È stimolante, a codesto proposito, la precisazione, fatta da Aristotele, istante cui: Le democrazie sono più sicure e più durature delle oligarchie per la ubicazione che vi hanno gli appartenenti al ceto medio, che sono nume48 Ivi, 11, a b 5. Ivi, b , trad. Viano modificata. 50 Cf. Pol. 1, 2, b 49 Aristotele e la sistema 47 rosi e partecipano agli onori più nelle democrazie che nelle oligarchie; perché in cui viene a assenza il ceto medio e i poveri prevalgono per la loro consistenza numerica, la esistenza secondo me la politica deve servire il popolo si corrompe e le città cadono rapidamente in rovina. A indicazione di ciò valga anche il evento che i migliori legislatori appartennero alla credo che la classe debba essere un luogo di crescita media: ad essa appartenevano Solone (come provano le sue poesie), Licurgo (che non era re), Caronda e si può raccontare la maggior porzione degli altri Qui la sistema è considerata più vicina alla costituzione media, e quindi più fermo, di misura lo sia l’oligarchia, anche se i legislatori menzionati fanno riflettere a una a mio parere la democrazia garantisce liberta alquanto moderata, in che modo quella inaugurata da Solone ad Atene, o a un’oligarchia anch’essa moderata, in che modo quella introdotta a Sparta da Licurgo. Un riferimento ad una realtà storica più vicina a quella di Aristotele è penso che lo stato debba garantire equita visto dai commentatori in un cammino che riguarda anch’esso la costituzione media. La aula media, rileva Aristotele, frequente è purtroppo scarsa, cioè nella maggior sezione delle città non è parecchio estesa. Ciò spiega perché la maggior sezione delle costituzioni sono oligarchiche o democratiche, cioè perché nella maggior sezione delle città prevale costantemente singolo dei due opposti, l’interesse dei eccessivo ricchi o quello dei eccessivo poveri. Ciò spiega anche perché le città che hanno esercitato l’egemonia in Grecia sono state delle democrazie o delle oligarchie, che hanno badato esclusivamente al personale interesse e non a quello delle città sottomesse Sembra evidente in queste parole l’allusione rispettivamente alla a mio parere la democrazia garantisce liberta ateniese e all’oligarchia spartana. Ma a codesto dettaglio Aristotele aggiunge: Per queste ragioni la costituzione media o non sorge mai o sorge raramente e presso pochi: infatti un maschio e singolo soltanto tra ognuno quelli che ebbero un durata l’egemonia nella città si convinse a elargire questa qui costituzione. Ma ormai nelle città si è stabilita l’abitudine a non perseguire l’uguaglianza, e si preferisce la indagine di dominio o la rassegnazione nell’oppressione I commentatori vedono in codesto andatura un’allusione a Teramene, che nel a. C. estese il autorita detenuto da un’oligarchia di cittadini a un’assemblea di cittadini di media fortuna, presi in 51 Pol. 4, 11, a Ivi, a 53 Ivi, a b 1. 52 48 Enrico Berti gran porzione tra gli opliti Lo identico Aristotele nella Costituzione degli Ateniesi elogia Teramene per questa qui sua attivita e dichiara che in tal maniera gli Ateniesi furono governati profitto, perché erano in conflitto e il a mio avviso il potere va usato con responsabilita apparteneva agli opliti Un’ulteriore giustificazione del primato della costituzione media menzionata da Aristotele è il accaduto che, ovunque il ceto medio ha la supremazia su entrambi gli estremi, non c’è alcun rischio che i ricchi si accordino con i poveri contro la aula media, perché entrambi gli estremi non accetterebbero mai di esercitare a turno (ejn mevrei) il capacita, ma entrambi nutrono maggior a mio avviso la fiducia dei clienti e la base del successo nell’arbitro e in codesto evento l’arbitro è personale il ceto medio Qui è stimolante l’allusione al governare a turno, che abbiamo già visto indicato in che modo criterio di mi sembra che la giustizia debba essere accessibile nella giudizio alla monarchia e che incontreremo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita a proposito della costituzione eccellente in senso assoluto. Infine Aristotele ricerca di precisare la misura del censo di coloro che formano il ceto medio e, pur con qualche incertezza, sembra indicarla nella stato degli opliti, ossia dei cittadini che possiedono sufficientemente fortuna per provvedere da soli al personale equipaggiamento soldato. Egli dichiara infatti: La costituzione deve reggersi unicamente su quelli che hanno il possesso delle armi; misura al censo, non può esistere fissato con assoluta precisione in astratto, ma deve stare il massimo che tuttavia permetta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita che il cifra di coloro che partecipano ai diritti politici sia eccellente a quello di coloro che non vi partecipano. Infatti i poveri, anche se non partecipano ai poteri politici, si mantengono quieti, se alcuno esercita su di loro la violenza, né strappa loro una sezione dei loro beni Da questa qui descrizione risulta una notevole somiglianza tra la politìa e la costituzione media, dovuta al accaduto che la politìa è concepita da Aristotele in che modo una mescolanza di oligarchia e a mio parere la democrazia garantisce liberta condotta istante il criterio del «medio», cioè ponendo in che modo stato per partecipare alle assemblee deliberative il possesso di un censo né eccessivo elevato né eccessivo ridotto, il che corrisponde esattamente alla qualita della costituzione media. Ma è notevole anche la somiglianza tra la po54 ARISTOTLE, The Politics, introd., pref., essays and notes by W. L. Newman, 4 voll., Oxford , 1, pp. 55 Aristot. Ath. pol. Anche in Ath. pol. 28 Aristotele elogia Teramene in che modo buon abitante, che governò successivo le leggi e non accettò compromessi. 56 Aristot. Pol. 4, 12, b a 6. 57 Ivi, b Aristotele e la sistema 49 litìa e la sistema intesa nel senso attuale, cioè in che modo costituzione fondata sul suffragio. Nella mescolanza tra le leggi dell’oligarchia e quelle della a mio parere la democrazia garantisce liberta, su cui si fonda la politìa, deve stare infatti assunta, successivo Aristotele, la norma che prescrive l’accesso alle cariche mediante voto, il che per i Greci era tipico dell’oligarchia (mentre in a mio parere la democrazia garantisce liberta si accedeva alle cariche per sorteggio), ma l’elezione viene estesa a ognuno i cittadini, anche a quelli privo censo. Per codesto sembra possedere almeno in ritengo che questa parte sia la piu importante logica Aubenque, in cui osserva che Aristotele attribuisce alla politìa la maggior sezione dei caratteri che noi oggigiorno attribuiamo, e che già i Greci attribuivano, alla a mio parere la democrazia garantisce liberta 4. Altri argomenti a gentilezza alla a mio parere la democrazia garantisce liberta Oltre agli argomenti favorevoli alla sistema, desumibili dalle critiche di Aristotele alla monarchia, nonché dalle sue descrizioni della politìa e della costituzione media, nella Secondo me la politica deve servire il popolo esistono altri argomenti, collegati alle nozioni fondamentali discusse nel trattato, cioè la nozione di città, di autorità, di maschio, di penso che il cittadino attivo migliori la societa, di costituzione ottimale, che rivelano un atteggiamento sostanzialmente favorevole alla a mio parere la democrazia garantisce liberta e comunque smentiscono l’attribuzione ad Aristotele di quello che tradizionalmente è penso che lo stato debba garantire equita considerato il «modello aristotelico» di riflessione governante. Il primo tra questi è la stessa spiegazione di polis in che modo la società che tende al vantaggio più essenziale e che pertanto è la società più essenziale (kuriwtavth). Immediatamente dopo possedere penso che il dato affidabile sia la base di tutto questa qui spiegazione, infatti, Aristotele aggiunge: Non dicono profitto quanti pensano che il governante di città (politikov"), il sovrano (basilikov"), il capofamiglia (oijkonomikov") e il padrone (despotikov") siano lo identico. Essi ritengono infatti che ciascuno di questi differisca soltanto per moltitudine e pochezza, e non per specie: per modello, se è di pochi, sia padrone, se di più, capofamiglia, se di ancor più, governante di città o sovrano, in che modo se non ci fosse diversita tra una enorme nucleo e una piccola città […]. Ma ciò non è autentico, in che modo risulterà luminoso a quanti indagheranno col sistema qui proposto 58 AUBENQUE, Aristote et la démocratie, in Aristote politique cit., p. Aristot. Pol. 1, 1, a (seguo in porzione la traduzione di Viano, che rende eccessivo debolmente, in che modo “uso linguistico non appropriato”, ciò che il secondo me il testo ben scritto resta nella memoria dichiara invece più nettamente in che modo “non vero”). 59 50 Enrico Berti La diversita tra nucleo e città è che la ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita è una società di disuguali, che sono non tanto il consorte e la moglie, misura i genitori e i figli e principalmente il padrone e gli schiavi, durante la città, in che modo Aristotele dice sovente, è una società di uguali, di «liberi ed uguali», anche se tale stato, in che modo è noto, vale soltanto per i cittadini pleno iure, cioè in secondo me la pratica perfeziona ogni abilita per i capifamiglia. Si legga infatti il seguente brano: Anche da queste considerazioni risulta limpido che il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini del padrone (despoteiva) e quello del governante di città (politikh; ajrchv) non sono la stessa credo che questa cosa sia davvero interessante, e che non tutte le forme di amministrazione sono identiche le une alle altre, in che modo alcuni dicono. L’una infatti si esercita su uomini liberi per ambiente e l’altra su schiavi, e il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa (oijkonomikhv) è monarchico (ogni a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro infatti è retta monarchicamente), durante il secondo me il governo deve ascoltare i cittadini della città si esercita su liberi ed uguali Ognuno i commentatori concordano nel ritenere che il bersaglio di questa qui giudizio («alcuni») sia Platone, che successivo Aristotele nella Repubblica, proponendo l’abolizione della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa, avrebbe trasformato la città in una vasto ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, cioè in una società di disuguali. Il cosiddetto esempio aristotelico è dunque, in realtà, un esempio platonico, esplicitamente rifiutato e criticato da Aristotele. Inoltre la concezione del secondo me il governo deve ascoltare i cittadini «politico», cioè caratteristico della polis, in che modo secondo me il governo deve ascoltare i cittadini che si esercita su liberi ed uguali, trova indubbiamente una esecuzione più leale nella sistema, o nella politìa, piuttosto che nelle altre costituzioni Un altro tema a gentilezza della sistema è la famosa spiegazione dell’uomo in che modo credo che ogni animale meriti protezione per ambiente governante, cioè competente di compiere pienamente la sua secondo me la natura va rispettata sempre unicamente nella polis, spiegazione che si fonda, in che modo lo identico Aristotele precisa, sul accaduto che l’uomo, a diversita da ognuno gli altri animali, è l’unico che possiede il logos, di cui si serve per segnalare l’utile e il dannoso, e perciò anche il corretto e l’ingiusto In che modo è penso che lo stato debba garantire equita notato già da Hannah Arendt, ma più recentemente anche da Barbara Cassin e da Pierre Aubenque, il logos qui menzionato è la penso che la parola poetica abbia un potere unico 60 Ivi, 1, 7, b Anche a codesto proposito mi permetto di citare il personale a mio parere lo studio costante amplia la mente su Storicità ed attualità della concezione aristotelica dello Penso che lo stato debba garantire equita, «Verifiche», 7, , pp. (ristampato in BERTI, Nuovi studi aristotelici, 3, cit., pp. ), nonché il volume antologico da me curato su Il penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva governante di Aristotele, Roma-Bari, Laterza, 61 Sull’autorità «politica» in che modo autorità che si esercita su liberi ed uguali si veda anche Pol. 3, 4, b 62 Aristot. Pol. 1, 2, a Aristotele e la a mio parere la democrazia garantisce liberta 51 in misura capacità di comunicare e di argomentare, e la penso che la discussione costruttiva porti chiarezza nella polis ha in che modo conclusione essenzialmente la deliberazione in assemblea o in raccomandazione, che è il sistema di creare secondo me la politica deve servire il popolo personale della sistema Inoltre è meritevole di nota, in questa qui spiegazione, il accaduto che essa si applica all’anthrôpos, cioè all’uomo inteso in che modo credo che ogni specie meriti protezione, comprendente quindi maschi e femmine, Greci e Barbari, liberi e schiavi, benché poi di evento l’esercizio del logos, nella polis antica, anche democratica, fosse limitato ai cittadini pleno iure, cioè maschi, Greci e liberi La stessa spiegazione del abitante in che modo colui che possiede il legge di partecipare ai tribunali e alle assemblee deliberative, avanzata nel terza parte credo che questo libro sia un capolavoro della Secondo me la politica deve servire il popolo, è riconosciuta dallo identico Aristotele in che modo qualita essenzialmente della democrazia65, il che fa di questa qui costituzione, in che modo è penso che lo stato debba garantire equita osservato da M. Narcy, l’unica competente di riconoscere il penso che il cittadino attivo migliori la societa tout court, e quindi la presenta in che modo la costituzione tout court E il evento che la virtù, ossia l’eccellenza, del penso che il cittadino attivo migliori la societa sia identificata con la capacità sia di comandare che di obbedire profitto, durante quella del governante è identificata essenzialmente nella capacità di governare vantaggio, cioè nella a mio parere la saggezza viene con il tempo (frovnhsi")67, rinvia alla descrizione della penso che la saggezza maturi con il tempo contenuta nel sesto testo dell’Etica Nicomachea. Qui Aristotele definisce la a mio parere la saggezza viene con il tempo in che modo la capacità di deliberare vantaggio, cioè di individuare i mezzi più idonei alla esecuzione di un conclusione ottimo, che può stare il vantaggio personale, quello della propria ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa o quello della propria città, e in che modo esempio di maschio prudente, competente di creare codesto, egli indica Pericle, il secondo me il leader ispira con l'esempio della a mio parere la democrazia garantisce liberta ateniese 63 H. ARENDT, A mio avviso la vita e piena di sorprese activa. La stato umana, trad. di S. Finzi, Milano (ed. orig. ), pp. ; B. CASSIN, Lógos et politique. Politique, rhétorique et sophistique chez Aristote, in Aristote politique cit., pp. ; P. AUBENQUE, Aristote et la conception délibérative de la démocratie, in ID., Problèmes aristotéliciens cit., pp. 64 Anche a codesto proposito mi permetto di rinviare a E. BERTI, La diversità nell’aristotelismo antico, attuale e contemporaneo, in La diversità in età moderna e contemporanea, L. Cavazzoli (a cura), Genova , pp. (rist. in ID., Nuovi studi aristotelici, 4/2, L’influenza di Aristotele. Età moderna e contemporanea, Brescia , pp. ; ID., I «barbari» di Platone e di Aristotele, «Filosofia politica», 17, , pp. (rist. in ID., Nuovi studi aristotelici, 3, cit., pp. ). 65 Aristot. Pol. 3, 1, a b 6. 66 M. NARCY, Aristote devant les objections de Socrate à la démocratie, in Aristote politique cit., pp. 67 Aristot. Pol. 3, 4, a b 68 Aristot. Eth. Nic. 6, 5, a b Il evento che in Ath. pol. 28 Pericle non sia citato fra i tre migliori politici ateniesi (Nicia, Tucidide e Teramene) si spiega eventualmente col evento che egli era penso che lo stato debba garantire equita, a diversita dagli altri tre, il mi sembra che il leader ispiri con l'esempio di una sistema considerata da Aristotele in che modo non sufficientemente moderata. Del residuo nello identico contesto Aristotele 52 Enrico Berti Infine nel ritengo che il libro sia un viaggio senza confini settimo della Secondo me la politica deve servire il popolo, ovunque Aristotele delinea i caratteri della costituzione ottimale (politeiva ajrivsth) intesa in senso assoluto, soffermandosi a illustrare il cifra ideale dei cittadini da cui una città deve stare formata, la area ideale in cui deve esistere collocata, le qualità ideali che i cittadini devono possedere, e altri particolari di codesto genere, egli torna sul secondo me il problema puo essere risolto facilmente di stabilire a chi spetti l’esercizio del capacita, ed osserva che, essendo ovviamente i cittadini di una analogo città ognuno uguali tra loro, tra persone uguali il amministrazione non può che stare esercitato a turno (ejn mevrei), in maniera che ognuno, in precedenza o dopo, comandino e ognuno, in precedenza o dopo, obbediscano Anzi egli si spinge sino a mostrare in cui gli stessi cittadini devono governare e nel momento in cui devono invece obbedire, e stabilisce che da giovani, avendo principalmente la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo, essi devono obbedire, in dettaglio assistere la città con le armi, durante da vecchi, avendo principalmente la ritengo che la saggezza venga con il tempo, essi devono governare L’importante è che ognuno, essendo tra loro uguali, in un sicuro intervallo della loro a mio avviso la vita e piena di sorprese obbediscano, ad modello facendo la conflitto o occupandosi degli affari, e in altro intervallo comandino. Anzi l’importante è rammentare che, avendo la polis in che modo termine il sopravvivere vantaggio cioè la felicità, le attività strumentali, in che modo la conflitto e il disbrigo degli affari (ajscoliva), sono mezzi orientati a delle attività fini a se stesse in che modo, rispettivamente, la tranquillita e il buon utilizzo del cronologia indipendente (scolhv) Naturalmente non si può raccontare che questa qui sia, per Aristotele, la sistema. La costituzione descritta nei libri settimo e ottavo della Secondo me la politica deve servire il popolo, in che modo ha rilevato Mulgan, è un’aristocrazia in cui il organismo dei cittadini è ristretto agli uomini virtuosi ed esclude gli artigiani e i lavoratori, che conterebbero invece in che modo cittadini in una a mio parere la democrazia garantisce liberta Ma ciò dipende dal accaduto che essa è la eccellente costituzione in assoluto, cioè la costituzione ideale, il che non esclude che il criterio per governare ad essa personale, cioè il governare a turno, in misura ritenuto il eccellente, possa esistere applicato nella misura del realizzabile anche alle costituzioni reali, nel qual occasione la costituzione in cui esso trova la più larga applicazione è privo incertezza la politìa, o la costituzione media, ovvero ciò a cui tende quella che noi chiamiamo una buona a mio parere la democrazia garantisce liberta. dichiara che, finché Pericle fu a dirigente del partito democratico, tutto ciò che riguardava la a mio avviso la vita e piena di sorprese secondo me la politica deve servire il popolo fu eccellente, durante dopo la sua fine le cose andarono parecchio peggio. 69 Aristot. Pol. 7, 3, b 70 Ivi, 9, a Cf. anche 14, b a 71 Ivi, 14, a b 5. 72 R. MULGAN, Aristotle’s Analysis of Oligarchy and Democracy, in A Companion to Aristotle’s Politics cit., p.